Saluto Al Sole

Hereafter. Clint Eastwood, L’aldilà e la complessità

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CAT_IMG Posted on 28/2/2011, 19:45     +1   -1

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Hereafter. Clint Eastwood, L’aldilà e la complessità
15 febbraio, 2011
di Pino Moroni
inserito in approfondimenti, cinema
249 lettori
Su “Hereafter” l’ultimo film di Clint Eastwood, è stato già detto di tutto.
Soprattutto ha dominato la querelle se il vecchio, ma sempre vigoroso regista, abbia più o meno parlato dell’aldilà, usando le astuzie del paranormale o si sia attenuto a sicuri accertati fatti scientifici.
E forse alla fine, con una bella sceneggiatura di Peter Morgan, si è servito di entrambi.
Ma un aspetto del film non è stato ancora esaminato: quanto, questo ormai riconosciuto grande regista, si sia avvicinato, con la sua opera, alle filosofie della complessità.
La complessità è una scienza nata negli anni ’70 (Edgar Morin, Isabelle Stangers e Ilya Prigogine), quando si è scoperto che tutto ciò che ci circonda è complesso (il mondo, la natura, la società, la politica, la finanza, l’amministrazione, la sanità, la scuola, la famiglia, incluso lo stesso essere umano), in contrasto con il modo di pensare tradizionale, dominato da logiche lineari e dalla visione troppo semplificata della realtà.
Teorie diverse, all’interno di questa scienza complessa, si sono moltiplicate.
Improvvisamente i limiti di prevedibilità di un sistema sono diventati limiti teorici (“Principio di indeterminazione o caso fortuito di Heisenberg”).
Il concetto di ‘Caos’ del libro di James Gleick ha conquistato migliaia di scienziati e persone comuni, è finito sulle riviste e sui rotocalchi. La teoria del caos ha portato idee nuove nell’ordinato mondo scientifico tradizionale, scardinando certezze acquisite.
L’ “Effetto farfalla” di Edward Lorenz moltiplica piccole cause, che per vie misteriose ed insondabili si amplificano in modo imprevedibile e provocano i loro effetti anche a grandi distanze nel tempo e nello spazio del pianeta terra.
Il “concetto di incertezza” del quotidiano trova una sua estensione antropologica fino ad intaccare il libero arbitrio. La libertà e le scelte personali sono condizionate da contesti tanto lontani e diversi, in cui altri individui nascono, vivono, muoiono. Le concatenazioni di eventi che collegano ogni storia ad un’altra fanno ricadere conseguenze sulle altre.
Ma tutte queste convivenze e facilità di comunicazione in un mondo globale, presuppongono tanta diversità e difficoltà, che creano una nuova automizzazione ed il rischio di sempre maggiori solitudini.
Alcuni registi hanno già applicato, consciamente od inconsciamente alcune teorie della complessità, come Luis Bunuel, Krzysztof Kieslowski, A. Gonzales Inarritu, i fratelli Coen, Woody Allen, Chris Marker, Peter Greenaway, Al Gore ecc..
“Hereafter” inizia con un onda anomala (lo tsunami), che si abbatte su una spiaggia turistica del sud est asiatico e finisce a Londra ad una fiera del libro (effetto farfalla). Le storie che si sviluppano e poi si congiungono sono quelle di una giornalista televisiva francese, di due ragazzi gemelli di Londra e di un sensitivo americano (panteismo universale).
La giornalista Marie è in vacanza con il suo amante, regista televisivo. Prima di partire scende nel mercatino locale per comprare i regali per i figli di lui, che rimane invece in albergo (caso fortuito). La donna viene travolta dall’onda e, ormai quasi affogata, vaga con la mente in una dimensione biancastra e trasparente in cui le compaiono alcune fantasime.
Riesce di nuovo a respirare e si riprende. Ma tornata a Parigi non sarà più la stessa. Lascia momentaneamente il lavoro per riposarsi, anche su consiglio dell’amante, cerca di scrivere un libro su Mitterand, ma inevitabilmente, perderà posto ed amante e scriverà (caos), dopo studi approfonditi, un libro importante per conoscere l’esperienza umana sull’aldilà (Hereafter).
I due gemelli, Jason e Marcus, vivono in profonda simbiosi, anche per effetto di una madre assuefatta alla droga. Il primo, più responsabile e maturo, nel recarsi in farmacia, al posto del fratello (caso fortuito) viene travolto da un’auto. Marcus viene affidato ad una coppia, molto comprensiva, ma ruba loro dei soldi per poter comunicare con il fratello perduto, attraverso presunti medium, che possano creare un contatto. Si salva da un attentato alla metropolitana di Londra, per inseguire il cappello del fratello (indeterminismo), che porta sempre per sfuggire la sua solitudine. I genitori adottivi lo portano alla fiera del libro dove incontra George, il sensitivo americano (caso fortuito) che gli riuscirà a trasmettere messaggi del fratello. Lui stesso farà rincontrare il sensitivo con Marie, la scrittrice francese, con la quale nascerà un amore (caso fortuito). Il sensitivo americano si è recato a Londra per visitare la casa di Charles Dickens, da lui venerato (effetto farfalla), ed ascoltare le letture delle sue opere alla fiera del libro, incontra la scrittrice, conosce il suo libro e se ne innamora (caso fortuito).
In una tale complessità di vita, con cui dobbiamo relazionarci ogni giorno, è importante che, chi lo può fare, usi i suoi mezzi divulgativi ed artistici (sistemi complessi), per aiutarci a capire le regole nuove di una umanità sempre più globalizzata e solitaria, ivi inclusa la scoperta di quell’ultimo confine tra la vita e la morte, ancora da studiare nell’ambito della nuova scienza della complessità.
E Clint Eastwood lo ha fatto, con il suo cinema.

 
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Deathena*
CAT_IMG Posted on 1/3/2011, 08:19     +1   -1




Non e un dono e una condanna!!
Nessuno può comprendere questo film.
Molti lo vedranno e usciranno dalle sale dicendo e un bel film,ma ce chi questo lo vive da sempre .
E non e un film,e solitudine!!
 
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CAT_IMG Posted on 1/3/2011, 08:37     +1   -1

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CARA DEA

ULTIMAMENTE, IL GRANDE CLINT...HA PROPOSTO DEI FILM UNO MIGLIORE DELL'ALTRO, ANCHE QUESTO SICURAMENTE LO VEDRO'...ORA NON HO RISPOSTE PLAUSIBILI...DATO CHE NON L'HO ANCORA VISTO...
GRAZIE PER AVERMI DATO QUESATO TUO PARERE, LO TERRO' NELLA GIUSTA CONSIDERAZIONE...CIAO. :Buondì:

 
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