Saluto Al Sole

Conchiglie, piccoli gioielli del mare

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CAT_IMG Posted on 4/8/2013, 17:36     +1   -1
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Oggi vi parliamo di un hobby che in Estate può essere molto divertente, soprattutto per coloro che in spiaggia si annoiano a stare sempre sdraiati al sole e vogliono fare una attività meno faticosa che giocare a pallone o racchettoni… stiamo parlando della raccolta delle conchiglie, per dare vita ad una bella collezione di conchiglie.
Come iniziare? Innanzitutto, vi consigliamo di documentarvi un minimo sulle specie presenti nella zona dove siete in vacanza: conoscere almeno la famiglia delle conchiglie vi permetterà di stabilire quali sono più ricercate e pregiate e quali meno, e vi porrete magari come obiettivo un esemplare in particolare… A noi ad esempio piacciono molto gli esemplari della famiglia dei Pecten (Pettini), quelli dalla classica forma “Shell” insomma, tra cui la ben nota Capasanta.
Nei nostri mari in Italia trovarli non è facile ma neanche difficile, per cui possono essere un obiettivo di caccia adatto a chi inizia… inoltre ne esistono di tante specie, di vari colori e dimensioni e sono bellissime!


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Molto bello è anche il cosidetto Orecchio di San Pietro, dalla forma caratteristica e dalla madreperla molto brillante… si usa anche in oreficeria!

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Ambito da chi realizza gioielli artigianali è anche l’Occhio di Santa Lucia, che poi non è una vera conchiglia, bensì il colorato opercolo della Astrea Rugosa, anch’essa “preda” ambita.

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Astrea rugosa con il suo opercolo "Occhio di Santa Lucia"
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Come raccogliere le conchiglie? Ci sono fondamentalmente due modi: il primo è quello di camminare lungo la spiaggia, in corrispondenza del bagnasciuga, cercando in particolare laddove ci siano scogli affioranti e altre zone dove si accumula ciò che vien portato dal mare. L’altro metodo, di maggiore impegno e soddisfazione, è quello di farle direttamente in acqua. Usando l’attrezzatura da snorkeling, pinne, maschera e boccaglio, si può andare a scoprire il mondo sommerso, anche in poche decine di centimetri di acqua… anche in questo caso vale la regola di concentrare la ricerca laddove il mare accumula detriti, magari, con delicatezza, potrete anche cercare tra le alghe e scavare un poco sotto la sabbia.
Mi raccomando, raccogliete solo conchiglie vuote, quindi senza il mollusco… e ricordatevi che spesso le conchiglie vengono “riciclate” dai paguri, per cui anche degli esemplari che vi sembrano vecchi e rotti potrebbero avere un ospite che è bene non disturbare!
Se andate in vacanza in zone tropicali, è bene praticare questa attività con attenzione, sia perchè potrebbero esserci delle specie pericolose, sia perchè i regolamenti del posto potrebbero vietare anche in maniera severa la raccolta anche di una sola conchiglia… ad esempio, nella stupenda barriera corallina del Mar Rosso non è possibile toccare niente, e giustamente!
E’ indispensabile portare con se un contenitore con coperchio: quelli cilindrici per le esche da pesca con il tappo forato sono perfetti!
A casa, è importante lavare bene le conchiglie e togliere tutti i sedimenti organici, anche con l’aiuto di uno spazzolino, e farle asciugare bene. In caso contrario, le sostanze che vi rimangono causeranno sicuramente putrefazione e cattivo odore.

FONTE: WWW-ESTATE-MODA.COM

MI PIACE MOLTO RACCOGLIERE CONCHIGLIE.
IN MOLTI PASSEGGIANO SUL BAGNASCIUGA, LE CALPESTANO, LE SPEZZANO, NEANCHE SI ACCORGONO DI QUALI GIOIELLI STANNO DISTRUGGENDO.
IN VACANZA CERCO SEMPRE QUALCHE CONCHIGLIA PARTICOLARE.

HO RITENUTO DOVEROSO SOTTOLINEARE L'ULTIMA PARTE DELL'ARTICOLO PERCHE' RITENGO CHE SIA MOLTO IMPORTANTE.

HO RACCOLTO PARECCHI OCCHI DI SANTA LUCIA, TUTTI TROVATI SUL LITORALE DI CAPO RIZZUTO.

L'ORECCHIO DI SAN PIETRO CREDO CHE SIA UN PO' DIFFICILE DA TROVARE, MAI VISTO IN SPIAGGIA.

NON SONO DIFFUSISSIMI MA SI POSSONO TROVARE ANCHE GLI SPONDYLUS, PIU' CHE ALTRO LA PARTE SUPERIORE PERCHE' QUELLA INFERIORE DI SOLITO RIMANE ATTACCATA ALLO SCOGLIO
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Spondylus

HO TROVATO ANCHE QUALCHE DENTALIS SOPRATUTTO SULLA SPIAGGIA DI PORTO CESAREO
Dentalis
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SONO MOLTO COMUNI ANCHE I CONUM... SOLO CHE QUI SULLE NIOSTRE SPIAGGE DI SOLITO HANNO DIMENSIONI MOLTO PICCOLE.
Conus
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QUANTI DI QUESTI NE HO RACCOLTI SOPRATTUTTO QUANDO ERO PICCOLA, LI CHIAMAVO "TRAPANI"!!! IN REALTA' SONO I PIEDI DI PELLICANI.
Aporrhais pespelecani
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E ANCORA TANTI TANTI ALTRI GIOIELLI CHE IL MARE NON SI STANCA MAI DI DONARCI



PER ME LA CONCHIGLIA PIU' BELLA E' IL NAUTILUS.... MA NON VIVE NEI NOSTRI MARI
Nautilus pompilius
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CAT_IMG Posted on 4/8/2013, 18:45     +1   -1

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*RaggiodiLuna*

Grazie per averci fatto scoprire queste autentiche meraviglie della Natura...solo pensando che magari ci vogliono tantissimi anni di gestazione, per farci scoprire queste autentiche perle naturali...grazie di cuore...e spero aggiungere un poiccolo contributo...dato da questo affascinante video e relativa descirzione...ciao splendida idea.

IL NAUTILUS

Foto1Il Nautilus è un organismo marino appartenente al Phylum Mollusca e, più precisamente, all'ordine Nautiloidea. A questo proposito voglio qui ricordare che i cefalopodi si suddividono in due grandi gruppi: i Dibranchiati che a loro volta comprendono i Decapodi (seppie, calamari, ecc..), e gli Ottopodi (polpi, argonauti, ecc..), e i Tetrabranchiati che si suddividono in Ammonoidi (ammoniti ora estinte), e in Nautiloidi. I Nautiloidi sono i cefalopodi più antichi, essi infatti apparvero già nel Cambriano superiore (520 m.a. fa) nell'era Paleozoica o Primaria, con forme primitive caratterizzate da una conchiglia diritta o leggermente ricurva ben diversa dalla forma che noi oggi conosciamo. Poi durante l'era Mesozoica le forme primitive gradualmente si estinsero, ma alcune specie si evolsero in organismi dotati di conchiglie più complesse dalla caratteristica forma a spirale. Allora la vita negli Oceani preistorici era completamente diversa da quell’attuale, ed erano molto comuni i Cefalopodi caratterizzati da concamerazioni presenti nella loro conchiglia, che abitavano solo la parte più esterna della conchiglia stessa, lasciando libera tutta l'altra parte che fungeva da galleggiante. Ciò che diede loro il predominio sui mari, fu lo sviluppo della capacità di realizzare un tipo di galleggiamento che potremmo definire "neutro", cioè essi avevano raggiunto una densità (peso per unità di volume) praticamente uguale a quella dell'acqua di mare; inoltre svilupparono un apparato capace di estrarre l'acqua dai compartimenti interni della loro conchiglia, e grazie ad un sistema molto particolare di getto idrostatico direzionale potevano spostarsi rapidamente. Semplicemente essi aspiravano l'acqua per poi espellerla in modo repentino e ritmico attraverso un tubicino chiamato iponomio, mantenendo così la loro tipica posizione verticale, grazie ad uno scambio di gas (azoto) e di un liquido tra le varie camere presenti nella loro conchiglia. Questi cefalopodi predatori raggiunsero la loro più grande differenziazione durante i periodi Triassico, Giurassico e Cretaceo (da 225 m.a. /65 m.a.), poi verso la fine di questo periodo il loro numero cominciò a diminuire drasticamente.

Attualmente, se ne conoscono solo 5 specie, la più nota è il Nautilus pompilius (Linneo, 1758), considerato a ragione un fossile vivente, perchè come ho citato sopra è l'unico genere sopravvissuto di quei grandi animali che dominarono i mari preistorici (le altre 4 specie di Nautilus sono N. belauensis, N. macromphalus, N. repertus, N. stenomphalus). Questi animali vivono nei mari tropicali della regione Indopacifica ad una profondità che varia tra i 50 e i 650 mt. Ma in certi periodi dell'anno si spostano anche lungo le coste, nuotando in superficie, nutrendosi di crostacei ma all'occorrenza anche di pesci morti.
Anatomicamente sono formati da un corpo (cefalopodio) costituito da una grossa testa dotata di due grandi occhi prominenti, assenti di cristallino e per questo motivo, essi forse percepiscono solo il cambiamento dell'intensità della luce presente; hanno una novantina di tentacoli filiformi e retrattili, che contengono cellule sensibili alla presenza di sostanze chimiche, adatte alla localizzazione di eventuali prede. Vicino ai tentacoli, posseggono inoltre un rostro corneo simile ad un becco di pappagallo con cui l'animale frantuma le corazze dei crostacei di cui si nutre. In caso di pericolo, il Nautilus si può ritirare dentro la sua conchiglia lasciando esposto solo questo cappuccio corneo, come fosse uno scudo protettivo.
Il resto del corpo è caratterizzato dalla presenza di un grosso sacco che contiene gli organi interni (cuore, apparato digestivo, apparato riproduttore, etc.), lo stesso sacco è avvolto dal mantello (lembo di tessuto che secerne la conchiglia); nello spazio tra il sacco e quest'ultimo vi è un'ampia cavità che comunica con l'iponomio, contenente quattro ampie branchie (da qui il nome Tetrabranchiati). Nella cavità sopradescritta vi sono anche i canali di uscita degli apparati digerente e riproduttore. Foto2

La riproduzione avviene con l'accoppiamento e la successiva deposizione di alcune uova (una decina), da parte della femmina, a questo proposito voglio ricordare che i sessi sono ben distinti, infatti il maschio è leggermente più grande della femmina, avendo a differenza di quest'ultima un grosso organo chiamato spadice, che serve per introdurre un "pacchetto di sperma" nella cavità del mantello della femmina durante l'accoppiamento. Al momento della schiusa delle uova, i piccoli presentano già le stesse caratteristiche degli adulti e le loro conchiglie sono provviste di setti. Il guscio, o conchiglia, nella quale l'animale vive, è di colore bianco con striature rosso-brune, ha forma conica cava, strettamente avvolta a spirale attorno a se stessa, ed è composta da strati di aragonite (forma cristallina di carbonato di calcio), alternati da strati di una sostanza proteica simile alla composizione delle nostre unghie, che l'animale elabora direttamente dal suo mantello. È suddivisa in più camere che sono connesse da un tubo (sifone), ubicato in posizione centrale rispetto alla conchiglia. Il suo scopo è quello di riempire o svuotare a piacimento le varie concamerazioni di un liquido acquoso chiamato liquido camerale, che fornisce la spinta di cui l'animale necessita per il suo bilanciamento.

Una curiosità: i Nautilus preistorici erano di grandi dimensioni e la scoperta dei loro fossili, in passato, non mancava di suscitare meraviglia, incoraggiando la nascita di leggende e di possibili mostri marini. Inoltre, lo stesso nome è stato dato da Jules Verne al mitico battello sottomarino guidato dal Capitano Nemo, nel suo famoso romanzo 20000 Leghe sotto i Mari, scritto nel 1869/70.

Queste creature così leggiadre e antiche, purtroppo a tutto oggi sono pescate illegalmente per le loro conchiglie che sono utilizzate o come soprammobili oppure vendute nei vari mercatini ai collezionisti di conchiglie. Servirebbero a questo proposito delle leggi a tutela della specie atte ad impedire la loro cattura, in modo da garantirne la sopravvivenza per altre centinaia di milioni di anni. Sono produttori anche di perle poco pregiate dette coque de perle (vedere qui).

Foto3 Foto4
Sopra, a sx Nautilus pompilius, a dx distribuzione

Foto5
Sopra, Nautilis macromphalus


Foto6
Sopra, sezione trasversale della conchiglia del genere Nautilus (sinistra) e Allonautilus (a destra). La prima si presenta ovalizzata mentre la seconda quasi quadrata. Tale caratteristica è indicata come chiave per distinguere i due generi della famiglia Nautilidae.
CLASSIFICAZIONE

Riportiamo a sinistra il nome proposto originariamente dagli autori indicati tra parentesi, a destra il nome corrente:

Nautilus belauensis (Saunders 1981) = Nautilus belauensis
Nautilus macromphalus (Soverby 1849) = Nautilus macromphalus
Nautilus perforatus (Condrad 1847) = Allonautilus perforatus
Nautilus pompilius (linneo 1758) = Nautilus pompilius
Nautilus repertus (Iredale 1944 ) = Nautilus repertus
Nautilus scrobiculatos ( Ligthfoot 1786) = Allonautilus scrobiculatos
Nautilus stenomphalus (Soverby 1849) = Nautilus stenomphalus
VIDEO


BIBLIOGRAFIA

CRICK, Cambro-Devonian biogeography of nautiloid cephalopods. Geological Society, London Memoirs 1990: 12, 147-161.
SAUNDERS, E SPINOSA Nautilus Movement and Distribution in Palau, Western Caroline Islands Science 15 June 1979: Vol. 204. no. 4398, pp. 1199 – 1201.
WANI, T. KASE, Y. SHIGETA, and R. DE OCAMPO 2005, New look at ammonoid taphonomy, based on field experiments with modern chambered nautilus. Geology 33, 849-852.

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Edited by LiCla - 30/6/2015, 16:49
 
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CAT_IMG Posted on 8/8/2013, 14:14     +1   -1
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Eh sì, il Nautilis è davvero curioso! Grazie per aver postato il video!

Allora continuo con qualche altro esemplare... almeno i più comuni che si trovano più facilmente sulle nostre spiagge.

Acanthocardia tuberculata, ovvero la cozza riccia, o il cuore acantocardia

L'Arca di Noè
mussoli

Natica
Natica%20dillwynii1.jpg_200512141225_Natica%20dillwynii1

Le telline.
angulus-incarnatus-250

Nassarius
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FOTO: DAL WEB

Edited by *RaggiodiLuna* - 8/8/2013, 18:06
 
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CAT_IMG Posted on 8/8/2013, 15:53     +1   -1

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complimenti...al solo vedere i Tuoi post..devi amarlo molto il mare...complimenti, magari se Ti

capitasse...qualche stupenda foto dell'ALBA...così avrai occasione di restare sola...con la Tua

ARTE!! ciao grazie a presto vedere...

:lol: :lol: :P :P :un bacio per voi: :T.V.B.: :caffè cuore: :linguetta: :grazie per la visita:
 
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CAT_IMG Posted on 8/8/2013, 16:51     +1   -1
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eh sì, il mare lo amo particolarmente, con tutti i suoi doni!

Di conchiglie purtroppo se ne trovano sempre meno :(

Una foto dell'alba? No, non sono per niente mattiniera! :lol:

Mi è capitato di stare in riva al mare d'inverno: è davvero bello! Si sente solo la voce del mare, il fresco e il profumo dell'acqua salata.
Sola?? No, no, meglio con l'anima gemella!!

Edited by *RaggiodiLuna* - 8/8/2013, 18:09
 
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CAT_IMG Posted on 9/8/2013, 03:26     +1   -1

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Potrebbe essere una splendida occasione...x ascoltare la voce del mare...che parla al tuo

cuore..e riscoprire la Tua interiorità...baciata dalla prima luce del SOLE...ciao, lo facevo quasi

tutte le mattine..quando ero in vacanza nelgi Abruzzi...guarda caso..si chiamava...ALBA

ADRIATICA, pensaci.... TU, IL MARE E IL PRIMO SOLE...DA BRIVIDI....E UN

SEMPLICE...CLIK, FELICITA'.


:un bacio per voi: :T.V.B.: :caffè buongiorno:

 
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CAT_IMG Posted on 19/8/2013, 10:07     +1   -1
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Perché nelle conchiglie si sente il mare?

conchiglia

Il refolo di vento che si insinua tra l’orecchio e la conchiglia, e i rumori dell’ambiente circostante, fanno vibrare l’aria contenuta nella cavità della conchiglia, lasciata vuota dall’animale, provocando un’eco.
Il carbonato di calcio che costituisce il guscio è infatti un materiale duro, sul quale le onde sonore rimbalzano più volte. Ciò fa sì che il suono venga ripetuto, dando l’illusione di ascoltare lo sciabordio.

FONTE: FOCUS.IT
 
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CAT_IMG Posted on 19/8/2013, 10:22     +1   -1

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visto che ami le foto delle barche...ti lascio questa splendida foto...ringraziandoti del tuo

sapiente apporto...che credo darà la risposta ai vari utenti...mi ero sempre chiesto sul

come mai...appoggiando l'orecchio verso il foro della conchiglia si percepisce il rumore,

ora ne ho la conferma di questo, ciao a presto leggerti....

:T.V.B.: :un bacio per voi:



Edited by LiCla - 24/2/2014, 08:11
 
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CAT_IMG Posted on 22/8/2013, 17:29     +1   -1
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La conchiglia simbolo del pellegrino

Simbolo%20del%20cammino



In spagnolo concha, o vieira. E' (era) molto comune nelle coste galiziane; vive nei fondali sabbiosi all'imboccatura delle rias. E' sempre stata ricercata per la bontà della sua carne. Il nome scientifico di quella varietà di conchiglia è "pecten jacobeus".


La perfetta struttura a coste della conchiglia ricorda un'aureola e una stella emblema del Pellegrinaggio a Compostela (Campus Stellae, 'il campo della stella' o 'il luogo della stella'), proprio perché la cattedrale di Santiago sorge laddove una stella apparve in cielo ad indicare il luogo in cui si trovava la spoglia di San Giacomo.
La "Pecten pilgrimea", che chiamiamo comunemente capasanta, viene definita anche "pellegrina" appunto per la consolidata tradizione di simbologia del pellegrino e, in particolare, proprio del devoto in viaggio per Santiago de Compostela.

Per questo molti pellegrini medievali, dopo aver compiuto il viaggio a Compostela, si spingevano oltre, nel Finisterre, laddove 'la terra finiva', dalle cui coste si apriva l'immensa distesa atlantica e nient'altro. Era la fine del mondo conosciuto. Gli uomini e le donne, affaticati e appagati dal lungo viaggio, raccoglievano sulle spiagge del Finisterre le belle conchiglie a forma di ventaglio e le portavano a casa in segno di buon augurio.

C'è anche una leggenda. Teodosio e Attanasio, discepoli di Santiago, portavano il corpo del santo in Galizia; passato lo stretto di Gibilterra, seguirono le coste atlantiche sino a giungere in un luogo chiamato "Bouzas". Stavano celebrando le nozze di una coppia quando il cavallo dello sposo inciampò e cadde in acqua sprofondando immediatamente. La gente già piangeva la loro morte quando sposo e cavallo emersero all'improvviso accanto alla barca che trasportava il corpo del santo. Cavallo e cavaliere uscirono con il corpo interamente tappezzato di conchiglie. I discepoli fecero sapere alla gente che si trattava di un miracolo e che il corpo trasportato era quello di San Giacomo, quello che aveva predicato il vangelo nelle terre di Spagna. Riconoscendo nell'accaduto la benevolenza dell'apostolo si assunse la conchiglia come simbolo del pellegrinaggio.


La conchiglia di San Giacomo doveva essere poi cucita sul mantello o sul cappello ed era l’indicazione o il simbolo da mostrare a tutti che il Pellegrino aveva raggiunto e visitato la tomba di San Giacomo nella lontanissima e verdeggiante regione della Galizia, nella penisola iberica. Le conchiglie servivano come certificazione da mostrare una volta rientrati nella città o paese natale per ottenere esenzioni dalle tasse o dal pagamento di pedaggi lungo il viaggio di ritorno.



Oggi, nei moderni pellegrinaggi, le conchiglie di San Giacomo possono essere trovate e comprate lungo tutto il tratto del “Cammino” da Roncisvalle fino all’arrivo nella città di Santiago de Compostela e vengono esibite con orgoglio sui moderni e utili zaini a testimonianza del moderno sacrificio lungo tutto il tratto del pellegrinaggio.

Era già stata utilizzata in epoca preistorica come offerta votiva; successivamente divenne un simbolo pagano di amore, con presunti effetti afrodisiaci (si diceva che vi fosse nata Afrodite, emergendo dalle acque spumeggianti, e così Botticelli la raffigurò). Si trova scolpita nei sarcofagi dei primi cristiani copti. In seguito fu utilizzata stabilmente nell'iconografia religiosa come simbolo del pellegrinaggio a Santiago, e, più in generale, di ogni pellegrinaggio. Si può trovare il simbolo della conchiglia raffigurato in chiese, monasteri, luoghi di culto posti lungo le grandi vie di pellegrinaggio.
La conchiglia, raffigurata realisticamente o stilizzata, viene molto spesso utilizzata per segnare il cammino in aggiunta alle frecce gialle.


FONTI: NONSOLOJACOPINO.BLOGSPOT.COM /1 SANTIAGO.PELLEGRINANDO.IT

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CAT_IMG Posted on 22/8/2013, 17:54     +1   -1

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Splendido post come sempre completo di interessanti notizie e documentato...non si finisce mai

di apprendere...e Madre Natura da par suo sa donarci meraviglie a non finire...grazie di cuore

ciao.

:un bacio per voi: :grazie di cuorei:
 
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CAT_IMG Posted on 26/8/2013, 04:02     +1   -1
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Amo le conchiglie e le uso spesso nelle composizioni che faccio nella mia creatività, amo il mare ma d'inverno e adoro il suo essere selvaggio ma nello stesso tempo rilassante...
Mi piace passeggiare sulla spiaggia dopo una burrasca e non importa se è inverno i piedi devono sempre e comunque sfiorare l'acqua, per cui tolgo sempre le scarpe, raccolgo tutto quello che di interessante sprigiona la mia fantasia e una volta a casa elaboro quello che posso fare...
Le conchiglie sono come un pezzo di mare che ti porti a casa e molto spesso quel rumore sottile che si percepisce ti evoca ricordi che appartengono proprio al mare
 
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CAT_IMG Posted on 26/8/2013, 15:07     +1   -1
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CITAZIONE (Fendy @ 26/8/2013, 05:02) 
Amo le conchiglie e le uso spesso nelle composizioni che faccio nella mia creatività, amo il mare ma d'inverno e adoro il suo essere selvaggio ma nello stesso tempo rilassante...
Mi piace passeggiare sulla spiaggia dopo una burrasca e non importa se è inverno i piedi devono sempre e comunque sfiorare l'acqua, per cui tolgo sempre le scarpe, raccolgo tutto quello che di interessante sprigiona la mia fantasia e una volta a casa elaboro quello che posso fare...
Le conchiglie sono come un pezzo di mare che ti porti a casa e molto spesso quel rumore sottile che si percepisce ti evoca ricordi che appartengono proprio al mare

Che altro aggiungere? :emolinguettina:

Io amo il mare in tutte le stagioni :D ma d'inverno ha davvero quel fascino in più e mi trasmette un'energia antistress.
Poi ovviamente porta a riva tante cose interessanti^^.
Mi piace semplicemente ammirare la bellezza di questi gioielli.
 
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CAT_IMG Posted on 26/8/2013, 22:10     +1   -1

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Che meraviglia RaggiodiLuna!!! ..Grazieeeee....sai quanti bei gioielli ci ricaverei da queste conchiglie!!!!
Qui da noi, nelle Langhe, si trovano bellissimi fossili di conchiglie segno che un tempo il mare arrivava fino qui. Hanno rinvenuto persino lo scheletro di una balena a metà collina di un paese vicino.
Certo che le meraviglie di questo nostro Mondo non finiranno mai di stupirci, peccato che non tutti sappiano apprezzare.
Ancora grazie...ciaooo :un bacio per voi: :un bacio per voi:
 
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CAT_IMG Posted on 27/8/2013, 18:10     +1   -1
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Tu poi sei molto brava e hai molta fantasia, realizzeresti sicuramente tanti bei gioiellini.
Ma anche tanti oggetti d'arredamento per la casa: cornici, candele, composizioni in vasi e chi più ne ha più ne metta^^

Una signora che raccoglieva in spiaggia gli "occhi di Santa Lucia" mi disse che realizzava dei quadri e rivestiva dei bicchieri.

:grazie di cuorei: :un bacio per voi:
 
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CAT_IMG Posted on 21/10/2013, 09:13     +1   -1
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Forare le conchiglie


440%20Conchiglie%20forate



Avendo a disposizione numerose conchiglie di varie dimensioni e tipologie, è normale farsi venire il desiderio di creare dei gioielli.
Il problema principale è come riuscire a fare il forellino!
Ovviamente quando è la stessa Madre Natura ad offrirtelo tutto è più semplice, ma quando non c'è?

Facendo delle ricerche in rete qua e là ho letto che l'attrezzo migliore per forare una conchiglia è il trapano per modellismo il DREMEL

dremel

Per chi ce l'ha ovviamente questo sarebbe l'attrezzo migliore.
Però, guardandolo, ho notato come questo trapano somigli molto alla fresa per unghie.

Così ho provato e con un po' di tempo in più sicuramente, rispetto al DREMEL, sono riuscita a creare i forellini alle mie conchiglie!!
Io ho proprio questo modello

frese-per-unghie-500x500

l'ho pagato pochissimo, solo qualche euro.
Ma ci sono riuscita e sto creando i forellini alle mie conchiglie^^

Un'altra maniera per creare il foro sarebbe quella di utilizzare uno spillo o un oggetto appunto e ... tanta, tanta pazienza: io ci ho provato, ma sinceramente credo che con le conchiglie più dure è impossibile.

Oppure si può utilizzare una goccina di acido -le conchiglie per la maggior parte sono composte da carbonato di calcio - lasciarla agire e da sola creerà il forellino.... ma la goccia ovviamente dovrebbe rimanere ferma su un punto e non colar via.



Pulire le conchiglie.



Innanzi tutto si devono lessare in acqua e sale per uccidere i batteri ed eliminare gli odori.
Poi si possono pulire in superficie con l'aceto.
L'aceto infatti per un breve tempo non danneggia la conchiglia, anzi la pulisce e prepara anche la superficie per un'eventuale vernice o colore che si vuole dare.

^_^
 
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