Saluto Al Sole

Strage di ulivi in Puglia

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CAT_IMG Posted on 19/11/2013, 17:49     +1   -1
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Strage di ulivi in Puglia, l’Ue: “Sradicare le piante malate per evitare contagio”
Per i ricercatori la moria rischia di propagarsi nel continente. L'Ue vuole risposte entro martedì ed è pronta ad imporre misure drastiche, ma servono soldi che nessuno vuole mettere


20131116_ulivi_malati



Se finora l’Europa è stata risparmiata dal flagello è stata solo fortuna. E adesso rischia grosso. Il batterio infettivo che, assieme ad altre concause, sta annientando migliaia di ulivi nel Salento può fare strage di piante anche altrove. Bruxelles inizia a tremare. Chiede risposte, le pretende a stretto giro: già martedì, nella videoconferenza che il dirigente dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, Antonio Guario, dovrà tenere con membri della Commissione Europea. Le certezze sul campo, però, sono ancora troppo poche. Di sicuro c’è che, negli anni, segnalazioni sono arrivate dal Kosovo e dalla Turchia, ma la malattia non si era mai radicata e diffusa come sta accadendo ora: nel Leccese ha già infestato, in poco tempo, 8mila ettari, un’area che nel complesso conta circa 600mila ulivi.

cicala%20Xylella

La situazione è “incredibilmente seria” e non c’è cura, né qui né altrove, di fronte agli attacchi del patogeno Xylella fastidiosa. Lo hanno ribadito ieri i ricercatori delle strutture regionali, del Dipartimento di Scienze del suolo dell’Università di Bari e dell’Istituto di Virologia del Cnr, dopo la lezione a tema tenuta presso la facoltà di Agraria. Con loro c’era anche Rodrigo Almeida, docente dell’Università di Berkeley, uno dei massimi esperti in materia. E’ rimasto di pietra anche lui di fronte allo scenario dei filari di piante ormai grigie, senza speranza, intorno a Gallipoli. Il suo occhio allenato in California, dove il batterio è stato riscontrato per la prima volta e impedisce la coltivazione delle viti, ha dettato la diagnosi più dura: “Abbiamo a che fare con una malattia molto grave. Alcuni aspetti sono compatibili ed altri no con Xylella fastidiosa. Parte di questa discrepanza è dovuta alla compartecipazione di altri patogeni come funghi (di specie Phaeoacremonium) ed insetti (rodilegno). La prima cosa da fare è cercare i vettori. La seconda è capire quali piante siano le sorgenti di inoculo”.

L’unico sospiro di sollievo è che il genotipo presente in Italia non colpisce la vite e gli agrumi. Per sciogliere il resto del rebus, bisogna aspettare. E il tempo non c’è. E’ a causa di questo scenario sfocato che la Puglia rischia realmente di schiantarsi contro il muro più imponente e di essere sacrificata sull’altare della patria. Entro fine novembre, la Commissione europea disporrà le misure da adottare obbligatoriamente. Non si andrà per il sottile: secondo la normativa comunitaria, la sola presenza di un batterio da quarantena impone già la distruzione delle piante. L’amarissimo calice da bere, per evitare il contagio. Per il Salento, in cui impera da secoli la monocoltura dell’olivo, sarebbe un disastro annunciato, sotto diversi punti di vista: produttivo, ambientale, paesaggistico, storico.

Le piante ormai completamente morte “devono essere estirpate perché non c’è più alcuna possibilità di recupero. Sulle altre con parziale disseccamento, stiamo aspettando i risultati della ricerca, ma sembra che anche quelle non potranno essere recuperate e quindi saranno eradicate”, spiega Anna Percoco, ricercatrice del Servizio fitosanitario regionale. “Noi vogliamo resistere a questa ipotesi, per questo stiamo acquisendo dati. Se dimostreremo che l’olivo è solo l’ospite terminale del patogeno, potremmo salvare gli alberi. Se, invece, appureremo che è a sua volta fonte di contagio, sarà difficile opporsi a quanto l’Europa chiede”. Giovanni Martelli, fitopatologo e professore emerito dell’Università di Bari, non nasconde i timori. E’ lui a tracciare la prospettiva, che, anche a voler essere ottimisti, è nera: “Le piante colpite sono condannate. Anche se alcune hanno ancora prodotto quest’anno, nella prossima stagione non lo faranno. E se l’epidemia si diffonde, altre si ammaleranno e quindi la produzione dell’olio calerà”.

Si serrano i ranghi. Nel primo trimestre del prossimo anno, è preannunciata la visita degli ispettori comunitari. Sul fronte interno, entro fine dicembre verrà conclusa la ricognizione di tutti i terreni pugliesi. Nel frattempo, si setacciano i registri dei vivai per analizzare importazioni ed esportazioni effettuate negli ultimi sei mesi, per capire se eventuale materiale infetto abbia varcato i confini regionali. Anche per evitare che possa accadere in futuro, è stato disposto formalmente da ieri il blocco della movimentazione delle piante a rischio nelle serre della provincia di Lecce. Si fa quel che si può. Ma in guerra contro il “complesso del disseccamento dell’olivo” si sta andando con le scarpe di cartone: ad oggi, per la ricerca ci sono poco più di 300mila euro di fondi regionali, cui sono stati aggiunti, in questi giorni, 2 milioni di euro per la pulizia dei canali di bonifica. La promessa di un contributo pari al 50% delle spese rimborsabili da parte della Commissione europea non è neppure nero su bianco. Da Roma, inoltre, è silenzio assordante. Tutte le spese di manutenzione degli oliveti, dalle drastiche potature agli abbattimenti e alla disinfestazione, sono a carico degli agricoltori. Di coloro che se lo possono permettere, almeno.




FONTE: IL FATTO QUOTIDIANO.IT
 
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CAT_IMG Posted on 20/11/2013, 23:08     +1   -1
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Già...ne ero purtroppo a conoscenza, un disastro !
 
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CAT_IMG Posted on 21/11/2013, 05:55     +1   -1
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Vero, situazione grave per gli agricoltori :(

Temo, però, che questi così detti "esperti" possano rivelarsi un disastro ben peggiore! ... è arrivato un super-esperto, unica soluzione prospettata : tagliare e bruciare tutti gli olivi della zona infetta

A parte che stiamo parlando di piante plurisecolari, che han passato ben più di una infezione, non è una soluzione, equivale a buttar via il bambino con l'acqua sporca!
Considerazione peggiorata dalla constatazione che le piante infette, una volta potate pare stiano riprendendo a vegetare normalmente ...

in ogni caso, non credo proprio che soluzioni così dozzinali risolvano niente, in primo luogo, essendo i vettori insetti non si elimina la malattia facendo tabula rasa degli alberi, allevi per un po' la pressione ma nuovi focolai si ripresenteranno di continuo (gli insetti si spostano) ed alla fine applicando tali metodi si perdono TUTTI gli olivi.
In secondo luogo si rade al suolo una una grossa parte dell'economia locale, già gravemente prostrata ... gli olivi coprono il grosso del territorio del Salento ... con che vivono, poi, i coltivatori? Applicando quel metodo significa che ci vorranno molti secoli per poter tornare, se si potesse, allo stato attuale.

Al primo impatto, i provvedimenti ipotizzati toppano di brutto imho

Tra parentesi, gli agrumeti salentini sono da tempo infestati da un altro batterio, sempre trasmesso da insetti e sempre importato dall'estero ... se si guardano sembrano tutti neri ... anche per gli agrumi l'unica cura prospettata è stata "tagliare e bruciare", molti si son rifiutati di farlo e mi sembra i fatti diano loro ragione, combinando un mix di trattamenti molti degli alberi infetti ora appaiono puliti e stanno riprendendo a fruttificare.

Tutte questi problemi sono causate da "importazioni" forse è il caso di impedire quelle e mandare a quel paese l'Europa questi "mercati comuni" o "globali" sono un danno per la gente ed il territorio e sono il vero problema.
 
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CAT_IMG Posted on 21/11/2013, 09:16     +1   -1

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Caro nuzzopippo

Non mi intendo di ULIVI...ma ne ho ammirato in loco...la loro stupenda, secolare, bellezza

e visto che la famosa Unione degli stati Europei...che di UNIONE...sinceramente, non ne vedo...

ma solo INTERESSI di bassa bottega, che si facciano gli affari LORO..visto che di piantagioni di

ULIVI..manco sanno quello che sono...visto che in altri stati europei, salvo Grecia e Spagna, non

ne coltivano..lasciando fare a gente locale..che sicuramente sa gestire il tipo di trattamento

idoneo a superare questi impasse di non poco conto.

Si parla tanto di INTEGRAZIONE..di fratellanza dei Popoli...ma poi al lato pratico..è un falso

problema..a mio avviso, un islamico...tale rimane altro che integrazione...tanti diritti..e ben pochi

doveri...inoltre si creano altro che bidonville..di comunità islamiche / Arabe,

CHINATOWN...ROM..ecc. ecc.

si trovano pronto soccorso GRATIS...colmi di tanta gente...non si vuole negare niente a

nessuno...ma poi, si riversa tutto sulle ns. tasche sotto forma di tasse indirette..mentre

bisognerebbe fare come già altri stati fanno, mettere un argine a tutti questi flussi

migratori...che portano si mano d'opera..ma se tale possibilità è preclusa x mancanza di

lavoro..come vive questo flusso migratorio?? e mi fermo qui...ogniuno è figlio della propria

Patria...ma a forza di importare OLII stranieri...diversificano troppo la genuinità dei ns. prodotti

di qualità indiscussa...ad iniziare dal grano d'importazione..riso..e olio..a scapito di produrre

meno..x le ns. industrie di trasformazione...che poi vengono cedute a MULTINAZIONALI..che

fanno solo del profitto...l'unico loro interesse..e della tipica qualità Italiana, riconosciuta in tutto il

mondo...viene miseramente depauperata da queste mere vicissitudini...altro che, UNIONE DEGLI

STATI Europei...dovremmo prendere in considerazione seria, che così...ci stiamo giocando il

futuro e non solo dei ns. figli...forse ho travalicato un po..chiedo venia...ma si inizia da una

cosa..per poi arrivare a cose ben di diverso significato, ma che trovo molto significative...grazie ciao.

 
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CAT_IMG Posted on 21/11/2013, 13:31     +1   -1
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Caro @LiCla, hai detto bene : Interessi di bassa bottega

A ciò si riduce la decantata Europa.

Concordo in pieno con la tua linea di pensiero, e come potrebbe essere altrimenti?, abbiamo tutti ben visto a cosa costringe "L'Europa" in Grecia, metodi che arriveranno anche da noi, come in Spagna, Portogallo, Irlanda ... un'idea di fratellanza sacrificata sull'altare della speculazione, questa è la realtà.

Per quanto riguarda, poi, ciò che dici riguardo le importazioni dei prodotti stranieri, meglio non parlarne ... c'è da non terminarci più con le considerazioni.

Dici bene, a mio avviso : bisogna riconsiderare le cose, la così detta Unione Europea è sin troppo evidente come sia solo fantoccio di interessi a quelli delle popolazioni.

Contrariamente a Te, mi trovo immerso dalla nascita tra gli Olivi, ho inoltre la fortuna di annoverare tra le mie conoscenze diversi professioni della terra, periti, dottori agronomi ... se ne parla, diversi tra loro trovano ben strane queste concomitanti ed improvvise infestazioni diverse ... sottovoce, alcuni, sussurrano inquietanti sospetti.

Anch'io sto travalicando, lasciamo perdere, dico solo che dobbiamo pensare meglio al futuro dei NOSTRI figli, concordo con te
:abbraccio: :ciao ciao: :ciao ciao:
 
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CAT_IMG Posted on 22/11/2013, 07:39     +1   -1

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FONTE : IL FATTO




Strage di ulivi in Puglia, Zaccagnini: “Un bluff”. Anzi no: “Ho esagerato”

Il vicepresidente dalla Commissione agricoltura della Camera, Adriano Zaccagnini, ex M5s:

"Si vogliono alimentare speculazioni". Esperti e istituzioni: "Dice fesserie


Più informazioni su: Batterio Killer, Lecce, Puglia.
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Lo definisce un bluff e tanto basta per far saltare tutti dalla sedia. Adriano Zaccagnini, vicepresidente della Commissione agricoltura della Camera, spariglia le carte sulla moria di migliaia di ulivi nel Salento. E a dispetto di quanto gli esperti hanno affermato finora, parla di un inganno “falso-scientifico”. Insomma, per il deputato del gruppo misto e con un passato nel Movimento 5 Stelle, sarebbero una farsa gli 8mila ettari colpiti dal “complesso del disseccamento dell’olivo”, causato, stando a quanto riportato dall’Osservatorio fitosanitario regionale, dalla compartecipazione di almeno tre fattori: l’azione di insetti rodilegno, la presenza del fungo Phaeoacremonium e, soprattutto, quella del batterio Xylella fastidiosa, quest’ultimo nella parte del protagonista. Mai riscontrato prima in Europa e mai su questa specie vegetale, è un patogeno da quarantena inserito nell’elenco A1 della Eppo. Quanto sia grave la portata infettiva di quello isolato nel Leccese saranno gli accertamenti, ancora in corso, a dirlo. Di sicuro si sa che risparmia viti e agrumi, ma è in grado di attaccare querce, oleandri, mandorli e, appunto, ulivi, i primi che, intorno a Gallipoli, hanno cominciato a morire.

Un’allucinazione collettiva, per Zaccagnini: “Domenica scorsa – riporta una sua nota – tanti cittadini attenti hanno voluto verificare con i loro occhi. Si sono recati nelle aree definite ‘rosse’, di massima pesantezza del fenomeno, ma hanno trovato gli alberi d’ulivo, che nei mesi scorsi avevano perso le foglie, in pieno vigore rigenerativo. Non solo dalla base vi stanno spuntando innumerevoli polloni, ma anche nuovi germogli dai grandi tronchi”. Ecco il bluff, termine mutuato da quanto sostenuto da un gruppo di ambientalisti leccesi. Continua Zaccagnini: “Il comportamento di chi ha ingenerato il panico con arrampicate falso-scientifiche, ipotizzato l’intervento massiccio di pesticidi e addirittura quello europeo con fondi per l’eradicazione è a dir poco criminale e potrebbe celare interessi speculativi”.

Apriti cielo. “Dice un sacco di fesserie! Ma cosa capisce? E quali sarebbero queste speculazioni?!”: il pugliese Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, non le manda a dire: “Su che basi si mettono in giro queste supposizioni? Da questa storia non ci guadagna nessuno, ci perdono tutti”. “Ritengo che non vi sia alcun fondamento scientifico in merito a quanto detto da Zaccagnini. Rimando al mittente le accuse. Non ho altri commenti”. È lapidario Antonio Guario, a capo dell’Osservatorio fitosanitario regionale. A entrare nel merito della questione, al suo posto, è Giovanni Martelli, fitopatologo e professore emerito dell’Università di Bari, il primo a ipotizzare un attacco da Xylella fastidiosa, batterio che è di casa in California, da dove, giusto la scorsa settimana, è giunto in Puglia uno dei massimi esperti della materia, Rodrigo Almeida, docente dell’Università di Berkeley. “Le ceppaie che stanno rivegetando sugli alberi rinsecchiti- spiega- possono trarre in inganno. È normale che le piante capitozzate abbiano ricacci, ma ci vorrà del tempo per capire se resisteranno oppure no. Purtroppo, quello che vediamo non fa essere ottimisti, ma avremo risultati certi solo con i 16mila saggi programmati nella zona colpita nei prossimi tre mesi. Detto ciò, a me fa specie che un politico che ricopre quel ruolo prenda posizioni di questo tipo, senza consultare nessuno”.

Le analisi su 238 campioni raccolti fuori dalla fascia interessata confermano che la malattia, per il momento, è confinata nell’arco ionico salentino. Dovranno essere eseguiti almeno altri mille esami nel Brindisino e altrettanti nel Tarantino per escludere la contaminazione. Per evitare il blocco dei vivai anche in queste province, oltre a quella leccese, è questo che ha richiesto la Commissione Europea martedì mattina, durante la videoconferenza con i tecnici di Bari. E per quanto la normativa comunitaria preveda, in ogni caso di presenza di un batterio da quarantena, la misura drastica dello sradicamento delle piante infette, si va con i piedi di piombo e si cerca di trattare. Di ciò si discuterà, il 27 e 28 novembre, direttamente a Bruxelles.

Alla fine, Zaccagnini è costretto a correggere il tiro: “Forse sono stato incauto nel diffondere quella nota prima di parlare con Guario. È sembrato che tutta la comunità scientifica e politica si schierasse a favore delle eradicazioni, invece ho visto che si sta cercando di mediare con l’Ue. Ed è giusto così. Bisognerebbe evitare anche l’eventuale uso massiccio di pesticidi. Non è escluso che in Puglia si concentrino gli appetiti di aziende biotec, che vogliono intaccare colture tradizionali per impiantare quelle ogm”. Le sue parole, tuttavia, non passano inosservate, dato che hanno il peso del ruolo ricoperto e anche l’8 novembre scorso hanno bollato come “infondata” l’emergenza. “Magari fosse come dice lui. Avremmo risolto la questione con una semplice potatura – replica Fabrizio Nardoni, assessore regionale all’Agricoltura-. Sgombro il campo da illazioni su interessi speculativi e invito Zaccagnini a far parte del nostro gruppo di lavoro, per capire davvero di cosa parliamo”.

Dall’onorevole Adriano Zaccagnini (Gruppo Misto) riceviamo e pubblichiamo:
“La mia posizione è quella di scongiurare falsità scientifiche su come agire per la risoluzione del problema Xylella in Salento. Come è già avvenuto per la castanicoltura e altre colture attaccate da patogeni di altri continenti, l’intervento massiccio di fitofarmaci, che cela interessi speculativi, e l’eradicamento totale di vaste aree è destituito di ogni fondamento e inefficace a lungo termine. La Xylella esiste, si trova nel tronco e quindi interventi esterni sono assolutamente inutili come qualche esperto o politico ha dichiarato, ma va ancora compreso a che sottospecie appartiene e come si è caratterizzato il ceppo in Puglia. Gli interventi da attuare, come il Prof.Guario mi ha potuto comunicare, sono il contenimento dei vettori, la pulizia meccanica (senza erbicidi) delle erbe, la cura e la potatura energica dei rami dissecati, la creazione di una zona tampone e aggiungo eventualmente l’eradicazione solo di quegli ulivi che il prossimo anno non si riprenderanno, non certo l’eradicazione totale di un’area vastissima in cui ci sono tantissimi ulivi sani affianco a quelli in fase di disseccamento. All’assessore Pacella non rispondo alle sue provocazioni gravissime. Non ho mai accusato gli agricoltori salentini, bensì interessi politico-finanziari che si affacciano all’agricoltura italiana nei momenti di crisi e di minor redditività per le colture tradizionali. L’olio è un patrimonio e la filiera non ha bisogno di interventi radicali scriteriati, ma mirati e con l’utilizzo di tecniche agroecologiche efficaci, supportate dai PSR, e, come per la castanicoltura, con la lotta biologica e l’incremento della cura e potatura delle piante.

 
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