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| Specchio infranto – Forough Farrokhzad Nel tuo ricordo, ieri e in memoria di quell’amore travolgente ho vestito con una camicia verde la mia figura.
Ancora una volta mi sono fermata a fissare il mio viso allo specchio e ho sciolto pian piano le ciocche dei miei capelli.
Ho tratto il profumo dalla memoria, e l’ho sparso sul petto, aggraziata mi sono truccata gli occhi d’azzurro slacciate le mie trecce le ho posate sulle spalle e accanto alle mie labbra, lentamente, ho disegnato un neo.
Oh malinconia, che lui non è qui adesso – mi sono detta - ché stupore lo cogliesse per tutta questa grazia, e vanto. Ché con un sorriso mi dicesse – quanto sei bella ancora una volta – dopo aver visto la camicia verde sul mio corpo.
Adesso lui non è qui, per fissare nelle mie pupille nere il riflesso delle guance sue. A cosa serviranno stanotte i miei capelli sparsi al vento? Dove sono le sue dita, perché trovino rifugio nella casa?
Lui non è qui, ad annusare impazzito l’odore ammaliante del mio corpo. O specchio, guardami morire dalla voglia, lui non è qui, a stringermi con vigore tra le braccia.
Io mi guardavo allo specchio e lui mi ascoltava: come potrai tu disfare la nostra malinconia? Si infranse, e urlò preso dalla pena: oh donna, cosa possiamo fare, ci hai spezzato il cuore!
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