Saluto Al Sole

- Julio Cortázar legge la poesia Il futuro + DIO DEI CORPI -

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CAT_IMG Posted on 30/8/2014, 16:37     +1   -1

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Julio Cortázar legge la poesia Il futuro, contenuta nella raccolta Le ragioni della collera

(Ed. Fahrenheit 451).Traduzione di Gianni Toti.

E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.

Julio Cortazàr (da Le Ragioni della Collera – Fahrenhait 451 Edizioni)

EL FUTURO

Y sé muy bien que no estarás.
No estarás en la calle,
en el murmullo que brota de noche
de los postes de alumbrado,
ni en el gesto de elegir el menú,
ni en la sonrisa que alivia
los completos de los subtes,
ni en los libros prestados
ni en el hasta mañana.

No estarás en mis sueños,
en el destino original
de mis palabras,
ni en una cifra telefónica estarás
o en el color de un par de guantes
o una blusa.
Me enojaré amor mío,
sin que sea por ti,
y compraré bombones
pero no para ti,
me pararé en la esquina
a la que no vendrás,
y diré las palabras que se dicen
y comeré las cosas que se comen
y soñaré las cosas que se sueñan
y sé muy bien que no estarás,
ni aquí adentro, la cárcel
donde aún te retengo,
ni allí fuera, este río de calles
y de puentes.
No estarás para nada,
no serás ni recuerdo,
y cuando piense en ti
pensaré un pensamiento
que oscuramente
trata de acordarse de ti.





DIO DEI CORPI, Poesia di Julio Cortàzar

Poesia di Julio Cortàzar (tradotta da Eleonora Mogavero)

Tratta da Lulio Cortàzar, "Ultimo Round", ©2007 Alet Edizioni,Padova pp.224-225.

DIO DEI CORPI

"...prendi quell'arco per il quale sei su tutti vittorioso,
o Cupido, e configgi i tuoi celeri stralinel petto del dio..."
Ovidio, Metamorfosi, libro v

Sei il dio dei corpi, dai e togli il miele dell'abbraccio più profondo,
godi del nostro grido, nella graduale ascesa al godimento
per poi fluttuare nel riposo,
medusa in dormiveglia tra l´'acqua e il sole.

Ma se aspetti
nel verbo sei ancora più temibile,
ti celi dietro ogni nome, e quando
torna dallóblio una parola che pronunciavamo
tra baci, lacrime, Londra,
oh il più amato dei padroni, come pianti
il tuo strale di spume infinite in mezzo al mio ventre,
le tue unghie di tortura in piena bocca!

Non posso dire notte, dire lacrima,
lanciare in volo la colomba del suo nome sui tetti di parigi,
ripetere il suo sussurro di alveare,
essere nelle sue dolci sillabe vento e campana,

perché sei lì anche con i tuoi mastini e le tue aquile,
sola realtá di tanto oblio e tanto tempo,
il padrone della risata di marmo contro il cielo,
il sesso zenitale e il notturno dorso.

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Il viaggio favoloso
immobile nella vertigine i tuoi capelli e le tue orecchie


il viaggio lancinante
i vortici della cascata
il fragore di chi cade la tua nuca la tua gola


l'ancora che riemerge con alghe e limo
la sirena nella nebbia la tua schiena la tua cintura



 
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